Costruire una vita a misura di te: Self-Determination Theory in pills

Cosa dà origine alle nostre scelte?

ti sei chiesto o chiesta ogni volta che ti saresti mangiato/a le mani per l’ennesima pessima decisione.

rimorsi, rimpianti, hand

O almeno, io l’ho pensato. Sento spesso pressante l’impazienza che vorrebbe farmi fare tutto e subito, e questo risulta in decisioni talvolta frettolose o non ponderate il tempo necessario.

Lavorando su questo aspetto nel tempo, però, è venuto fuori che più che delle singole decisioni in sé, ciò che andava cambiato era il metodo decisionale, che altro non è che il risultato di abitudini, comportamenti appresi e, soprattutto, motivazioni.

La grande domanda non è “Perché faccio sempre così?”, ma piuttosto “Da dove nasce il mio bisogno di comportarmi e scegliere in questo modo?”

Parliamo allora di motivazione,

…ma probabilmente non per il primo significato che ti viene in mente mentre leggi questo pezzo su un blog che parla anche di coaching.

Non intendo infatti la motivazione Anni’90 TM, in stile cheerleading o coach-che-ti-esalta-e-ti-dice-ce-la-farai.

Sì, un/a coach si allea con te, ma qui si discute di motivazioni, motivi, cioè ciò che ti spinge ad agire o a non agire, talvolta guida anche le tue sensazioni, è qualcosa di radicato da qualche parte dentro di te, non sempre consciamente. Su quelle motivazioni si può andare a lavorare, con pazienza, impegno e una dose variabile di fatica.


Non ci sono formule magiche, ma tecniche e strumenti che vanno elaborati a misura della singola persona.

Di certo è un aspetto su cui si lavora in un percorso di coaching, e per capire meglio di cosa si tratta passiamo attraverso la spiegazione di quella che gli addetti ai lavori chiamano Teoria dell’Autodeterminazione, in inglese Self-Determination Theory, elaborata da Edward L. Deci e Richard R. Ryan: una serie di paroloni che descrivono il processo che ti riassumo qui di seguito.

Trovati un posto comodo, perché il discorso in cui ci imbarchiamo non è dei più brevi né dei più semplici.


Ma è illuminante, credimi.

friends, decisions, decisioni

La Self-Determination theory spiega tendenze di crescita umane a partire dalla motivazione, che può essere intrinseca – cioè venire da dentro di noi – o estrinseca – da input esterni – in vari gradi.

Indovina qual è il grado che ci porta a un maggiore grado di benessere: le motivazioni che dipendono da qualcosa di esterno a noi (come punizioni, ricompense, premi, senso di colpa, del dovere…) o le motivazioni che vengono da ciò in cui crediamo e che ci fanno esprimere appieno il nostro sé?

Potrebbe sembrare ovvio, ma non diamo niente per scontato. Quindi ecco qui i dettagli per farti capire i gradi di cui parliamo. Vengono da uno dei post sul mio profilo Instagram, se può servirti lo trovi qui: https://www.instagram.com/p/CzqSfEBoyf6/?img_index=1

1.Regolazione esterna: la scelta viene fatta a partire da un input esterno, come ad esempio un comando o una punizione, ed è strumentale ad ottenere qualcosa, come un premio.

Se non prendo la laurea con il massimo dei voti, non posso accedere a quel posto di lavoro.

Se non sono gentile con gli altri, loro non lo saranno con me”

Devo imparare la lingua altrimenti non prendo un buon voto.

2. Regolazione introiettata: la scelta viene fatta perché ho imparato in qualche modo che deve/è importante/è necessario che venga fatta.

Devo accedere a quel posto di lavoro perché ho frequentato quell’Università, e sarebbe uno spreco fare altrimenti.

Devo essere altruista perché è importante essere persone altruiste.

Devo imparare la lingua per andare a lavorare per un po’ all’estero.

3. Regolazione ad identificazione:

La persona sceglie dando valore a qualcosa perché ha acquisito certi valori o idee nel tempo, si sono stabilizzati dentro di lei.

Devo  aiutare questo amico in difficoltà perché è un amico, non importa quanto io sia incapacitato a farlo adesso.

4. Regolazione intrinseca:

La persona sceglie perché sente che è ciò che la fa sentire sé, in accordo con la visione che ha del mondo, di sé, di ciò in cui crede.

Voglio iniziare questo lavoro perché è ciò che desidero davvero ed è la mia vocazione.

Voglio ritagliarmi spazio per questa passione anche se sacrificherò del tempo per altro perché è importante e prioritario per me esprimermi.

Voglio esprimere ciò che sento anche se mettendo dei confini personali potrei rischiare di ferire qualcuno.

Voglio imparare quella lingua perché è importante per me, perché potrò andare all’estero in autonomia, perché (…)

Come ogni schema che inquadra le persone, i confini delle regolazioni non sono definiti, ma sono piuttosto da intendersi come uno spettro.
Per qualcuno gli esempi della seconda fase potrebbero essere più verso la terza, o viceversa, ad esempio.
Il nodo centrale della questione, però, non sono le singole azioni o decisioni, ma il punto dentro di noi da cui hanno origine.

Nel momento in cui vuoi costruire una routine che ti soddisfi e ti renda felice, nonostante le fatiche emotive o concrete che nella vita ci troviamo inevitabilmente di fronte, il modo in cui scegliamo fa la differenza sul risultato.

Avrai capito che…

…sì, per quanto possa essere scomodo e faticoso arrivarci, il grado che più soddisfa il nostro benessere personale è quello della motivazione intrinseca.

Ora la domanda per te è: fai ciò che fai perché qualcuno se lo aspetta da te? Ti racconti che non è così?

Lo fai perché ti sono stati insegnati dei valori? Perché il senso del dovere è importante?

Ascolti te o la voce che ti spinge ad agire è quella di qualcun altro?

Insomma: vivi la tua vita, consapevolmente e autenticamente, o quella che ti hanno condizionato a vivere?

BONUS: COACHING TIP

Prova ad inserire un esercizio di 10 minuti al giorno per una settimana perché devi e uno perché ci tieni. E indovina quale sarà più facile portare avanti.

Ebbene sì, Jug, c’è di più.

Ma lo scrivo al prossimo articolo, che qua la soglia dell’attenzione che abbiamo non è più quella dell’era pre-digitale.

Stay tuned, mis amigos y amigas.